La valvuloplastica mitralica percutanea è una procedura interventistica mini-invasiva che consente il trattamento della stenosi mitralica, una condizione in cui la valvola mitrale si apre in modo incompleto, limitando il flusso di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro.
Questa tecnica prevede la dilatazione della valvola stenotica mediante un palloncino, con l’obiettivo di migliorarne l’apertura e ridurre il gradiente pressorio transvalvolare.
L’intervento è indicato in pazienti con:
L’indicazione viene stabilita da un Heart Team composto da cardiologi interventisti, ecocardiografisti e cardiochirurghi.
La procedura si esegue in anestesia generale o sedazione profonda, con accesso attraverso la vena femorale. Dopo una puntura transettale, un catetere con palloncino viene posizionato a livello della valvola mitralica e gonfiato per separare i lembi valvolari stenotici.
Il successo è definito da una riduzione del gradiente transvalvolare e un aumento dell’area valvolare mitralica.
La procedura dura in media 60–90 minuti. Dopo l’intervento, il paziente può essere monitorato in terapia intensiva cardiologica per almeno 24 ore.
Tra le possibili complicanze:
In pazienti selezionati, la valvuloplastica mitralica percutanea rappresenta un’alternativa alla sostituzione valvolare chirurgica, specialmente nei soggetti con rischio operatorio aumentato.
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