La TAVI è una procedura della cardiologia interventistica che consente l’impianto di una nuova protesi valvolare aortica con approccio percutaneo in alternativa alla sostituzione con intervento cardiochirurgico.
Inizialmente indicata per i pazienti con rischio operatorio alto, ad esempio con comorbidità importanti, l’intervento TAVI ha negli ultimi anni mostrato risultati comparabili con la tradizionale tecnica chirurgica divenendo di fatto una valida alternativa ad essa anche nei pazienti più giovani e senza altre comorbidità.
La procedura prevede l’inserimento di una nuova valvola biologica (in genere in tessuto bovino o suino montato su uno stent metallico) all’interno della valvola malata. Questo avviene attraverso un catetere inserito in un’arteria periferica, generalmente quella femorale (all’inguine), senza la necessità di aprire il torace né fermare il cuore.
La valvola viene posizionata con precisione all’interno della valvola nativa e, una volta rilasciata, spinge contro la vecchia valvola calcifica, prendendone il posto e ripristinando il normale flusso sanguigno.
Tutti i pazienti candidati all’intervento TAVI devono essere sottoposti a esami preliminari comprendenti di solito:
• ecocardiografia tridimensionale;
• angio TC cardiaca.
La revisione collegiale di questi esami permette non solo la scelta della protesi aortica più adatta per il paziente ma anche un’accurata pianificazione delle soluzioni tecniche, come ad esempio la scelta della via di accesso, che appaiono più favorevoli per il successo della procedura.
In generale, l’approccio transfemorale si esegue quando la navigazione della valvola dall’inguine alla sede di impianto è considerato ragionevolmente sicuro.
In tutti gli altri casi viene scelta collegialmente dal nostro team la via di accesso alternativa:
• trans-apicale;
• trans-ascellare;
• trans-aortica,
con minor rischio di complicanze.
La nostra unità di emodinamica esegue da anni le procedure di TAVI (circa 250-300/anno) ed è diventata un punto di riferimento importante a livello nazionale.
La procedura in generale prevede che il paziente sia generalmente sveglio o sedato leggermente (non si usa l’anestesia generale se non strettamente necessario). Attraverso una piccola incisione all’inguine, si introduce il catetere che trasporta la valvola. Sotto guida fluoroscopica, la valvola viene portata fino all’anulus aortico e impiantata, e si controlla immediatamente il funzionamento della nuova valvola prima di rimuovere il catetere.
La nostra tecnica LITE-TAVI è basata sulla puntura di una arteria femorale soltanto (con una tecnica di precisione millimetrica da noi denominata AGU), sulla gestione dell’emostasi (chiusura dell’accesso vascolare) mediante accesso radiale, sulla limitazione dell’uso di pace-maker percutaneo attraverso tecniche alternative di stimolazione elettrica cardiaca (da guida o programmatore di pace-maker).
Ad oggi, più di 1500 pazienti sono stati trattati sistemicamente con questa tecnica, che è stata fattibile nel 98% dei casi. Nel restante 2%, alterazioni o varianti anatomiche hanno richiesto approcci alternativi come sopra indicato. Questa strategia ha permesso di ottenere risultati sorprendenti e rassicuranti per i nostri pazienti. Infatti la mortalità perioperatoria nel nostro centro è dell’1.4%, più che dimezzata rispetto a quella attesa dalle valutazioni preoperatorie (EuroSCORE II, STS Score, etc) che viene calcolata essere almeno del 4% nella media generale. Inoltre l’utilizzo di un solo accesso vascolare femorale e uno radiale, ha permesso di ridurre drasticamente le complicanze vascolari all’1.5% rispetto a tassi superiori al 5% registrati negli studi internazionali.
Nel nostro centro sono disponibili tutte le protesi attualmente in commercio nella loro versione più aggiornata.
Sono altresì disponibili tutte le più moderne strumentazioni, come la sala ibrida, e si impiegano le tecniche recenti più innovative, come i sistemi di protezione cerebrale e coronarica, in pazienti selezionati che presentano particolari rischi.
La TAVI dura circa 60–90 minuti. Dopo l’intervento, il paziente resta ricoverato 3–5 giorni. Se necessario, per osservazione o complicanze, viene monitorato in terapia intensive cardiologica (UTIC) per 24/48h. La ripresa è in genere rapida, con miglioramento immediato della capacità di esercizio e della qualità di vita.
La TAVI è una procedura sicura, ma può comportare:
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