La Cardiologia d’Urgenza, attualmente comprende 22 posti letto con monitoraggio telemetrico allocati in 8L, gestisce il Percorso Clinico Assistenziale (PCA) del paziente con problemi cardiologici acuti, migliorandone l’outcome clinico.
Criteri di ricovero
Il ricovero in Cardiologia d’urgenza e nella UOSD Sindromi Coronariche Acute è indicato in caso di pazienti con patologia cardiaca acuta complessa che necessitano di monitoraggio elettrocardiografico continuo e/o di trattamento invasivo.
Rientrano in tali criteri i pazienti con:
- NSTEMI trasferiti da PS e da UTIC prima o dopo essere stati trattati con rivascolarizzazione miocardica percutanea.
NSTEMI è definito secondo le linee guida ECS: pazienti con dolore toracico acuto senza elevazione persistente del tratto ST [sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTE-ACS)] possono presentare alterazioni dell’ECG che includono elevazione transitoria del tratto ST, depressione persistente o transitoria del tratto ST, inversione dell’onda T, onde T piatte o pseudo-normalizzazione delle onde T; oppure l’ECG può risultare normale.
Il correlato patologico a livello miocardico è la necrosi dei cardiomiociti [infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI)] o, meno frequentemente, l’ischemia miocardica senza danno cellulare (angina instabile).
Una piccola percentuale di pazienti può presentare un’ischemia miocardica in corso, caratterizzata da uno o più dei seguenti segni: dolore toracico ricorrente o continuo, marcata depressione del tratto ST all’ECG a 12 derivazioni, insufficienza cardiaca e instabilità emodinamica o elettrica. A causa della quantità di miocardio a rischio e del pericolo di sviluppare shock cardiogeno e/o aritmie ventricolari maligne, è indicata un’angiografia coronarica immediata e, se appropriato, la rivascolarizzazione.
- STEMI dopo almeno 24 ore di monitoraggio in UTIC.
STEMI è definito secondo linee guida ESC: I pazienti con dolore toracico acuto e sopraslivellamento persistente del tratto ST (>20 min) presentano una condizione definita sindrome coronarica acuta con sopraslivellamento del tratto ST, che generalmente riflette un’occlusione coronarica acuta totale o subtotale. La maggior parte di questi pazienti svilupperà un infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI).
Definizione universale di infarto miocardico. L’infarto miocardico acuto (IMA) è definito dalla necrosi dei cardiomiociti in un contesto clinico coerente con un’ischemia miocardica acuta. Per la diagnosi di IMA, è necessaria la combinazione di diversi criteri.
In particolare, rilevazione di un aumento e/o diminuzione di un biomarcatore cardiaco, preferibilmente troponina cardiaca ad alta sensibilità (hs-cTn) T o I, con almeno un valore superiore al 99° percentile del limite di riferimento superiore, e almeno uno dei seguenti criteri:
- Sintomi di ischemia miocardica.
- Nuove alterazioni ischemiche all’ECG.
- Sviluppo di onde Q patologiche all’ECG.
- Evidenza di perdita di miocardio vitale o nuova anomalia della cinetica parietale regionale con un pattern coerente con un’eziologia ischemica, rilevata tramite imaging.
- Trombo intracoronarico rilevato all’ angiografia coronarica.
- Aritmia ventricolare complessa (tachicardia ventricolare non sostenuta di durata inferiore a 30 secondi o tachicardia ventricolare sostenuta superiore a 30 secondi) anche in pazienti portatori di defibrillatore impiantabile.
- Bradi- e/o tachi-aritmia (blocchi atrio-ventricolari di II grado tipo 2 e blocchi atrioventricolari di III grado) che necessitano di terapia elettrica;
- Insufficienza cardiaca nella fase acuta.
- Malattia valvolare complessa: stenosi aortica medio-grave; insufficienza mitralica medio grave; Insufficienza tricuspidalica medio-grave.
I pazienti ricoverati in Cardiologia d’Urgenza e nella UOSD Sindromi Coronariche Acute non devono richiedere inotropi per il sostegno del circolo, non devono necessitare di monitoraggio della pressione invasiva e/o di ventilazione meccanica.
Criteri di dimissione
Il paziente potrà essere dimesso se risponde ai seguenti criteri:
- stabilizzazione clinica (il paziente non necessita di farmaci endovena, il paziente non necessita di monitoraggio telemetrico e/o di monitoraggio della pressione arteriosa e della diuresi; saturazione arteriosa di O2 stabile anche se in O2 terapia) e risoluzione del problema di salute cardiovascolare;
- completamento del percorso clinico assistenziale intraospedaliero (nel caso dello STEMI ad esempio: esecuzione di PCI primaria senza complicanze e con rivascolarizzazione coronarica completa, non dispnea, non astenia, non angina: buon compenso emodinamico).
- presenza di ulteriori problemi di salute non legati al problema cardiaco per cui il paziente era stato ricoverato in Cardiologia d’urgenza (es. trasferimento nel reparto di degenza adeguato al proseguimento del percorso di diagnosi e cura; trasferimento del paziente ad altro regime di assistenza post-acuzie, riabilitazione, affidamento alla continuità assistenziale).